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Intervista Arco Deleggen

INTERVISTA A ARCO DELEGGEN

 

  1. Ciao Arco, vuoi parlarci un po’ di te?

 

Ciao Mauro, io sono Matteo, cuoco di professione e da qualche anno mi diletto, a livello amatoriale, nel progettare giochi di ruolo, quella nicchia meravigliosa dell’esperienza ludica da tavolo. Ci gioco da quando avevo dodici anni e all’alba dei quaranta mi sono detto: “Perché non provare seriamente a progettarne uno?”. Con tanta fortuna, e forse una bella idea alle spalle, ci sono riuscito. Il mio primo progetto è stato “Primi Re”, gioco molto cupo che parla della nascita di Roma, a breve edito da Acheron Books. Poi è stata la volta de “L’Ultimo Bianco”, intimista e introspettivo, permette ai giocatori di mettersi sulle tracce dell’ultimo orso polare del Pianeta, in una struggente ricerca di speranza. In questo caso l’Editore è il collettivo autoriale Panzer8. Attualmente sto lavorando su “Il Mulino e il Gigante”, un’altra esperienza ludica intimista che io definisco di narrazioni ed emozioni.

 

  1. Hai mai creato un gioco nato dall’idea di un bambino?

 

No, a meno che non teniamo conto del bambino che c’è chiuso in me. A parte gli scherzi, io lavoro come cuoco in una scuola dell’infanzia e questo meraviglioso ambiente mi ha ispirato due progetti su cui mi metterò a lavorare a breve. Uno dei due sarà collegato a “Il Mulino e il Gigante”. Trovo comunque che dovremmo prendere effettivamente spunto dai bambini più spesso, dato che il loro modo di approcciarsi alla realtà è spesso un gioco di ruolo; vestono i panni dei loro eroi, imitano gli adulti, creano mondi e interagiscono con oggetti immaginari. Stupendo!

 

  1. Vuoi parlarci del tuo progetto “Il Mulino e il Gigante” in cui, chi lo desidera, può scrivere un racconto per bambini da inserire nel gioco?

 

Nasce come dedica ad una persona a me cara, che mi ha ispirato con la sua fantasia e la sua storia. Parla di persone comuni smarrite che si ritrovano in questo magico antichissimo querceto e l’unico modo che hanno per ritrovare le proprie strade è quello di aiutare il vecchio gigante mulino, con l’aiuto dei suoi allegri topini che gli tengono compagnia e fanno di tutto per mantenerlo sveglio. I giocatori vestono i panni dei viaggiatori sognatori e dovranno recuperare degli oggetti smarriti che sono l’incarnazione della memoria del gigante. Non sarà facile perché i Maligni di Forra Ombrosa saranno in agguato e tenteranno di impedire che ciò avvenga. Da questa esperienza ludica prendono vita storie davvero molto toccanti e reali, nonostante il contesto fantastico; la memoria, la solitudine, l’amicizia, l’abbandono sono alcuni tra i temi che si possono affrontare ed esplorare. Sull’incipit e i temi appena descritti nasce l’iniziativa di Onnigrafo Magazine che ha dato vita al concorso letterario “Storie del querceto”, che terminerà il 30 settembre e permette a chiunque voglia mettersi alla prova di scrivere da una a tre fiabe/favole che verranno selezionate dalla redazione di Onnigrafo e le prime cinque classificate faranno parte del gioco. Tutte le altre avranno comunque il loro spazio perché verranno in ogni caso spedite assieme al gioco, in un file a parte. Vi invito a visionare il bando sulla pagina di Onnigrafo Magazine per maggiori dettagli e magari partecipare.

 

 

  1. Sei anche l’illustratore dei tuoi giochi per bambini?

 

No, no… mi diletto a disegnare; Ma per certi progetti, come il Mulino e il Gigante ho bisogno di professionisti che mi supportino con la loro arte. In questo caso, Matteo Gubellini; Poli artista che spazia dalla pittura, al teatro delle marionette, sino al cantaautorato e Beatrice Nicoletti Fonti, che è un po' il mio angelo custode, perché ha tantissime funzionalità… ottima illustratrice, brava con l’editing di testi e la grafica di impaginazione e addirittura, la traduzione in lingue straniere, che di fatto è il suo percorso di studio. Loro sono le forze che sostengono il gioco con le loro sublimi capacità.   

 

  1. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

 

Ne ho fin troppi… sto portando avanti un movimento goliardico, che utilizza la parodia per denunciare l’estrema mancanza di auto Ironia e critica, nell’ambito dei giochi di ruolo. Attraverso dei giochi, che puntano alla risata e al divertimento più leggero, cerco di mettere in evidenza alcuni dei problemi che a mio avviso il settore ha. Poi sto iniziando i paly test di un gioco di carte in cui avrai la possibilità di costruire nei panni di un regista, il piano sequenza d’azione, che ti porterà alla conquista dei maggiori festival internazionali del cinema. Un altro progetto, darà vita a storie che vogliono essere un tributo hai cartoni animati giapponesi, in una sfumata Kyoto del 1800; Un gioco molto divertente e leggero. Come ti ho già accennato, al Mulino e il Gigante, sarà legato un altro gioco, che si intitolerà: L’uomo dagli occhi dolci, con l’orso sulle spalle. Sarà anche questo, ambientato nel Querceto, ma racconterà un’altra storia. Ne avrei ancora tanti, ma facciamo un passo alla volta. 

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Intervista Viviana Sgorbini

INTERVISTA A VIVIANA SGORBINI

 

  1. Ciao Viviana, vuoi parlarci un po’ di te?

 

- Ciao Mauro, grazie per questa bella opportunità. Sono un'autrice di libri per bambini e ragazzi ed editrice della Tomolo EdiGio' Edizioni. Vivo immersa nei libri e circondata dai libri, di cui amo tutto, dall'odore al rumore che fanno le pagine quando vengono sfogliate. Mi piacciono soprattutto i romanzi storici e i distopici.

 

  1. Hai mai scritto un libro partendo dall’idea di un bambino?

 

Ho sempre scritto a partire dalle idee di mio figlio Lorenzo e di suo papà Nicola, che si sono inventati le storie più strane e impossibili. Sia come autrice, che come editrice, devo moltissimo proprio al fatto di avere un figlio cui sono riuscita a trasmettere la passione per la lettura e che a sua volta mi ha regalato idee e spunti per nuove storie.

 

  1. Cosa ti ha spinto ad iniziare la tua carriera di scrittrice?

 

Ho cominciato a scrivere perché non volevo che andassero perse le divertenti storie inventate da mio marito e mio figlio. 

 

  1. Vuoi parlarci di uno dei tuoi libri per bambini?

 

Il mio libro preferito è Il coniglietto Lillo, pubblicato da EdiGio' anni prima della decisione di acquisirne il marchio. È una storia dolce e divertente che racconta l'importanza della diversità: protagonista è un coniglietto che fa... le puzzette colorate! Ciò lo rende diverso da tutti gli altri coniglietti, e quindi viene isolato, sino a che... succederà qualcosa che cambierà tutto!

Ancora oggi è uno dei miei libri più venduti.

 

 

  1. Vuoi parlarci del tuo libro “Cerusicus”?

 

"Cerusicus, storia di un barbiere chirurgo nella Lunigiana del XVI secolo " è un racconto storico per ragazzi che ricostruisce la vita di un cerusico e racconta come ha acquisito il suo cognome, che è poi il mio: si tratta infatti del mio avo, il primo Sgorbini. È un libro cui tengo molto perché basato su una ricerca genealogica molto accurata. Credo possa essere interessante e creare curiosità nei confronti dell'origine del proprio cognome.

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Intervista Monica Simonazzi

INTERVISTA A MONICA SIMONAZZI

 

  1. Ciao Monica, vuoi parlarci un po’ di te?

 

  • Ciao Mauro, uhh mi risulta sempre un po’ difficile parlare di me, ma ci provo. Ho seguito un percorso di studi scientifico –economici frequentando Liceo scientifico, prima, e Facolta di economia e commercio, poi. A questo percorso ho unito un percorso di studi divenendo operatore olistico e counselor, con grande impiego di espressioni creative quali disegno, collage e, appunto, scrittura. Lavoro in un’azienda privata, con mansioni impiegatizie. Quindi unisco un lato molto pratico ad uno creativo. Vivo in un paesino in provincia di Reggio Emilia, assieme a mio figlio.

 

  1. Hai mai scritto un libro partendo dall’idea di un bambino?

 

  • Si, si, questa esperienza rientra nel mio curriculum. Ora ti racconto: nel mio percorso di studi olistici presentai una tesi dal titolo “Bambini e favole – Viaggio con i Tarocchi”. Per svolgere la tesi predisposi due semplici regole: 1) estrarre, dal mazzo dei tarocchi, alcune carte a caso e far inventare una storia al bimbo/a, 2) fare questo gioco con bimbi dai 4 agli 11 anni. Uscirono storie meravigliose, che registrai, con il consenso dei genitori che erano sempre presenti, per non modificare nemmeno una parola. La tesi ebbe un grande successo poiché nella commissione vi era una pedagogista che trovò splendida l’idea e la volle replicare nei suoi laboratori. Non mi dilungo oltre sull’importanza di questo “semplice gioco” e sui contenuti che emergevano dalle storie inventate dai bimbi e arrivo al dunque: la bimba più piccola, nemmeno cinque anni, dopo aver inventato la sua storia si mise a disegnare mentre io chiacchieravo con la sua nonna, era estate e disegnò un bellissimo fiocco di neve per mitigare il gran caldo e mi regalò il disegno. Da quel disegno nacque il racconto “Fiocchi di neve”, pubblicato poi in una mia raccolta dal titolo “Sotto i rami di Nonna Pioppo”. Successivamente ho avuto il piacere di essere invitata in una scuola primaria e realizzare, assieme a Viviana Sgorbini, progetti di scrittura con i bimbi, sino alla stesura e pubblicazione di un libro interamente scritto e illustrato da loro. Progetti di scrittura simili sono poi proseguiti con gruppi di ragazzini e con altre classi di scuola primaria.

 

  1. Cosa ti ha spinto ad iniziare la tua carriera di scrittrice?

 

  • Ho sempre scritto, su quaderni e fogli sparsi, pensieri, poesiole, riflessioni, sino a quando regalai una favola ad un’amica, sempre Viviana di cui sopra. Una semplice favola dedicata a lei, che già aveva pubblicato libri di favole. Viviana mi “trascinò”, con consigli e suggerimenti, nel mondo della scrittura “pubblica” e non più, solo, “privata” e da lì, circa una decina di anni fa, iniziò la mia carriera di scrittrice.

 

  1. Vuoi parlarci di uno del tuo ultimo libro per bambini?

 

  • Il mio ultimissimo libro, uscito proprio pochi giorni fa, si intitola “Gea Docet” (Tomolo Edizioni) ed è un libro adatto “dai 6 ai 99 anni”, come è stato definito dalla poetessa Montemezzani. Sono una serie di racconti in dialogo con la natura e i suoi elementi: mare, bosco, animali, e così via. Sono insegnamenti, sono doni, da parte della natura, con riferimenti geografici reali. E’ un argomento che mi sta molto a cuore: il rispetto per la natura, l’ascolto e l’attenzione per ciò che ci circonda. Credo sia davvero importante educare le giovani generazioni, e rieducare le meno giovani, ad un contatto con l’ambiente e la natura circostanti.

 

 

  1. Vuoi parlarci di qualche altro libro che hai pubblicato?

 

“Fate e streghe del XXI secolo” (Tomolo Edizioni), libro che contiene il primo racconto regalato alla “Fata Viviana, la fata strana” da cui tutto è iniziato. Libro che ha ricevuto riconoscimento, l’anno scorso, al Concorso Letterario Città di Sarzana Poeti solo Poeti Poeti.  Anche in questo caso racconto storie ispirate da persone reali, che ho incontrato; storie di persone che hanno espresso la loro “magia”, la loro creatività o antichi saperi e saggezze come l’arte della tessitura o l’uso delle erbe o … il magico potere del, sempre così importante e, purtroppo, sempre più raro.

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Intervista Roberta Sartarelli

INTERVISTA A ROBERTA SARTARELLI

 

 

  1. Ciao Roberta, vuoi parlarci un po’ di te?

 

  • Ciao Mauro, grazie per questo invito. Mi presento, sono Roberta Sartarelli, sono nata a Roma e attualmente vivo a Sabaudia (LT). Sono sposata, ho una figlia di quasi 12 anni, un gatto, amo il mare, le passeggiate all’aperto e ascoltare la musica. Ho la fortuna di avere il tempo di dedicarmi a ciò che più mi piace fare: scrivere. Costruire storie, ambientare racconti e creare personaggi mi dà la possibilità di usare la fantasia per immergere il lettore dei miei libri in quell’energia positiva che solo le storie fantastiche sanno creare. Infondere leggerezza in chi legge è il punto d’arrivo a cui aspiro da sempre e quando scrivo non mi rivolgo solo ai bambini, ma anche a chi vuole viaggiare con la mente e allontanarsi dalla routine e dalla monotonia della quotidianità.

 

  1. Hai mai scritto un libro partendo dall’idea di un bambino?

 

No, non mi è capitato. Ho scritto per mia figlia molte storie con personaggi e ambientazioni a lei graditi, ma le idee erano mie. Sono idee che arrivano e fluiscono da sole, vengono…da mondi lontani e per questo le scrivo molto volentieri! Mi è capitato che un bambino mi raccontasse una sua idea durante una presentazione di un libro e io lo ho invitato a scrivere la sua storia in autonomia per stimolarlo a coltivare e sviluppare la sua fantasia.

 

  1. Cosa ti ha spinto ad iniziare la tua carriera di scrittrice?

 

La voglia di trasmettere agli altri le belle sensazioni che provo nell’ideare storie fantastiche. Non scrivo per istruire o dare nozioni, ma per mantenere vivida l’immaginazione in chi legge e anche in me, nel momento in cui mi immergo in luoghi immaginari. La fantasia e l’immaginazione sono le porte di una mente agile e brillante e credo che andrebbero coltivate non solo dai più giovani ma soprattutto dagli adulti per non perdere quell’agilità mentale che aiuta a vivere meglio in tutte le circostanze della vita.

 

  1. Vuoi parlarci dell’ultimo libro per bambini che hai pubblicato?

 

L’ultimo libro si intitola “Una Filastrocca tira l’altra” edito da Tomolo Edizioni. È adatto ai bambini delle scuole elementari. Sono quattordici storie in rima nelle quali i vari protagonisti, animali, bambini, lettere dell’alfabeto, numeri, telefoni e altri, sono volti a far sorridere chi legge pur offrendo alcuni spunti di riflessione.

 

 

  1. Vuoi parlarci di qualche altro libro per bambini che hai pubblicato?

 

Sempre grazie a Tomolo Edizioni ho pubblicato “Babbo Natale gli elfi e le renne”. È la storia di Babbo Natale bambino, prima ancora che diventasse quel signore con il pancione e la barba che conosciamo tutti. È una storia natalizia in cui la generosità e la capacità di perdonare rendono grandi i protagonisti. Il piccolo Nicola incontra Gesù Bambino e da quel momento la sua vita cambierà, vivrà delle particolari avventure con le renne e con gli elfi, nei mondi di origine di queste straordinarie creature. Un altro libro a cui sono affezionata è “Le favole di Sabaudia”, cinque racconti tutti ambientati a Sabaudia, il luogo in cui vivo, con protagonisti fantastici come un airone che si trasforma in un essere umano, la maga Circe che torna a passeggiare tra noi e altre storie, un po’ fiabe e un po’ favole. Quest’ultimo libro mi ha dato anche la soddisfazione di vincere un premio alla critica in un concorso letterario internazionale.

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Intervista Eleonora Bellini

INTERVISTA A ELEONORA BELLINI

 

  1. Ciao Eleonora, vuoi parlarci un po’ di te?

 

​Ciao Mauro, volentieri. Sono nata a Belgirate sul lago Maggiore nel 1952, dunque “ho un'età”, come si dice. Da bambina, in estate giocavo con i sassi del lago e d’inverno ritagliavo figure da “Il corriere dei piccoli”. Ho scritto la prima poesia a dieci anni per il giornalino della colonia in cui trascorrevo alcune settimane di vacanza. Mi sembrò quello, la poesia, l'omaggio più bello che potessi regalare ai semplici e laboriosi fogli che uscivano dal ciclostile, un oggetto del passato familiare alla mia generazione e a quelle che la precedettero. D'altra parte, che cosa avrei potuto trovare di meglio, se la poesia era spesso protagonista della conversazione di casa a pranzo e a cena?  Pascoli vinceva D'Annunzio, Leopardi era in buona posizione, ma su tutti spiccavano Dante e Foscolo: passione e destino vanno per mano, fin dall'infanzia. Una volta cresciuta, ho frequentato il liceo classico, mi sono laureata in filosofia a Milano, con una tesi in pedagogia “per lavorare con i bambini a salvare il mondo” e ho insegnato per qualche anno alle scuole medie. In seguito ho diretto per quasi trentanove anni una biblioteca pubblica, per la quale ho ideato e curato, negli anni, laboratori di poesia e scrittura creativa per bambini sulle orme di Rodari, progetti di invito alla lettura, mostre d'arte, didattiche e documentarie, itinerari multiculturali tra i libri, incontri con scrittori, concorsi letterari. Dopo aver vissuto a Milano e Torino, ora abito a Borgo Ticino, un paese né troppo vicino né troppo lontano dal lago, ma un po’ soffocato dal traffico stradale e aereo. Per sfuggire al traffico continuo a rifugiarmi tra i libri, sia come lettrice che come scrittrice. Ho pubblicato libri di poesia e di saggistica. Le mie opere per bambini e ragazzi, oltre ai Quaderni della Sezione Ragazzi della Biblioteca in cui lavoravo, legati ai laboratori "sulle orme di Gianni Rodari" (si licet parva), di cui alcuni cenni si trovano qui LE LETTURE DI DON CHISCIOTTE: Rodari in biblioteca, sono:

  • I sei giorni del sole. La spedizione di Carlo Pisacane a Sapri nel racconto di un bambino, Laser 2000; Una scatola piena di treni, margherite, triangoli, Edizioni I fiori di campo 2002; Ninna nanna per una pecorella, Topipittori 2009 (tradotto in corso, francese e spagnolo e in simboli CAA per Uovonero Edizioni 2019); Fuori dal nido, Nonsoloparole 2003; L'elefante e la formica. Gandhi nelle lettere del nonno, Nonsoloparole 2016 (Premio Books for Peace 2017); Adalgiso e il mistero del maniero, La Ruota Edizioni 2018; La casa in riva al mare, Fabbrica dei segni 2019; Casa di luna, Edizioni Il Ciliegio 2019;

Il quaderno di Lisa, Antipodes edizioni 2021; Non dire il tuo nome/Don't say your name, Edizioni Il Ciliegio 2021.

 

 

  1. Come riesci ad unire la tua passione di scrittrice con il tuo lavoro da bibliotecaria?

Ora sono in pensione e il problema non si pone. Prima, scrivevo, quando possibile, la domenica e il lunedì, giorno libero dei bibliotecari, delle parrucchiere e dei barbieri.

 

  1. Hai mai scritto un libro partendo dall’idea di un bambino?

Se vogliamo intendere “ad personam” riferendomi soltanto a una determinata bambina o bambino, direi di no. Se intendiamo che ho scritto immaginando di raccontare a uno o più bambini, anche conosciuti e cari, allora sì. Mi è successo con diverse filastrocche, le prime raccolte in un libretto, altre poi ospitate su web, ma in maggior parte inedite. Ho scritto in passato anche alcune fiabe, che potremmo definire terapeutiche, legate a piccoli problemi passeggeri di crescita di bambini diversi. Un paio di queste furono pubblicate in antologie, altre, stampate solo in copia unica per i piccoli a cui erano destinate, sono rimaste anch'esse inedite.

 

  1. Vuoi parlarci di uno dei tuoi libri per bambini?

Vi racconterò di “Ninna nanna per una pecorella”, finora il mio libro per piccoli più longevo e più tradotto. La storia in rima, insieme ad altre filastrocche, tutte inserite nella raccolta “Poesie di giorno e di notte”, vinse il premio di letteratura per ragazzi “Arpalice Cuman Pertile” di Marostica nel 2006. Nello stesso anno piacque ai Topipittori per le cui edizioni uscì nel 2009 con le suggestive illustrazioni di Massimo Caccia. Da allora la pecorella ha percorso una strada lunga e felice, facendo contenti anche tante bambine e bambini, a casa, nei progetti Nati Per Leggere, per il Progetto In Vitro, nelle scuole dell'infanzia e primarie e nelle biblioteche. E' stata interpretata e cantata da bravi musicisti e tradotta in francese, corso, spagnolo e in simboli WLS (Edizioni Uovonero 2019 nella collana “I libri di Camilla). E', insomma, un albo simpatico, che spesso mi saluta per andare a spasso per il mondo e poi ritorna, affettuoso e gentile. Viaggiando viaggiando, la pecorella è anche incorsa nelle ire di alcuni biechi personaggi che  hanno inserito la sua storia tra i “libri all'indice”, vietati nelle scuole dell'infanzia, come avvenne a Venezia. La lista è qui LISTA LIBRI ALL'INDICE (arcideltrentino.it) . Ma non mi dispiace, anzi: siamo in ottima compagnia!

 

  1. Vuoi parlarci di un altro libro che hai pubblicato?

Vi presento l'ultimo, uscito a fine marzo di quest'anno per le Edizioni Il Ciliegio con illustrazioni di Maria Mariano: “Non dire il tuo nome/ Don't say your name”. Racconta di Giuseppe, un bambino come tanti che ama giocare con i suoi coetanei e vive sereno con i suoi familiari. L’approvazione delle leggi razziali in Italia però cambia del tutto la sua vita, perché nel 1938 gli ebrei perdono ogni diritto. I genitori di Giuseppe decidono di fuggire e di nascondersi nei boschi. Questa scelta li salverà. L'albo, bilingue, presenta ai piccoli lettori e lettrici un momento duro e crudele della storia del Novecento. Lo fa senza generare traumi, con chiarezza, ma in un'atmosfera di serenità e di speranza, grazie anche alle tavole luminose di Maria Mariano. Il blog di libri Le Letture di Adso osserva così. “Un libro che può essere adottato nelle scuole, che unisce la semplicità della scrittura e delle illustrazioni alla profondità del tema trattato. Può essere quindi letto già dai 6 anni ma apprezzato anche nella scuola secondaria di primo grado”. E Pino Boero, esperto e docente di letteratura per l'infanzia, scrive sul suo blog: “Nello spazio breve di un albo bilingue (italiano e inglese) sono raccontate con semplicità e efficacia la storia e le conseguenze delle leggi razziali del 1938; “testimone narratore” è il piccolo Giuseppe che con la sorella Micol e i genitori è costretto a nascondersi e a celare il suo nome per sfuggire alla deportazione. Albo “impegnato” ma delicato anche nelle illustrazioni”. E con questo, concludo ringraziando te e i lettori della tua pagina per l'intervista.